La rinuncia e la sconfitta

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La rinuncia di una società, la sconfitta, purtroppo l’ennesima, di un movimento.
Si potrebbe sintetizzare cosi l’annunciata volontà  della Robur Pesaro a non completare le procedure per l’iscrizione al massimo campionato di volley femminile (termine ultimo 28 giugno, ndr)
Una sconfitta resa ancora più amara dall’importanza che la piazza marchigiana ha ricoperto, per anni, nella storia della nostra pallavolo.
Una rinuncia che fa male per la dedizione e la passione con cui tanti tifosi e addetti ai lavori  avevano sostenuto la compagine pesarese.
Una città, una piazza di sport, che nelle ultime due annate era tornata a respirare il grande volley, prima con la promozione nella massima serie, poi, nella scorsa stagione, centrando, da neo promossa, un sorprendente quanto meritato, accesso ai playoff scudetto.
Dopo essere stata la più bella sorpresa del campionato concluso tre mesi orsono, Pesaro, suo malgrado, diventa la prima, auspichiamo  con utopistica sperenza l’ultima, triste nota della stagione sportiva al via il prossimo ottobre.
Non so, se nel walzer dei titoli ceduti e acquistati, qualcuno prenderà il posto delle marchigiane.

Senza dubbio, da questa sera, il nostro volley é più  povero, non solo per aver perso una società iscritta alla massima serie ma soprattutto perché  la passione di molti tifosi, atleti e addetti ai lavoro si é affievolita o forse spenta. E quella, a differenza di altro, non si può comprare.
Pesaro, ne sono certo, mancherà a molti.

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