Scudetto, Supercoppa e Coppa Italia in meno di dodici mesi.
A cucire le coccarde tricolori sulle maglie di Novara, i muri di Cristina, le difese di Stefania, le schiacciate di Francesca e le giocate di altre splendide campionesse che hanno calpestato o calpestano il taraflex del Pala Igor. E poi…
Poi c’é il filo invisibile quanto essenziale di Enrico, un ragazzetto con la faccia pulita e lo sguardo limpido; minuto per corporatura, gigante per umanità.
Enrico, novarese doc, di cognome fa Marchioni e di lavoro il Direttore Generale della Igor Novara che fuor di etichetta significa colui che ha scelto i tagli di stoffa piu raffinati e li ha cuciti insieme, silenziosamente, con abilità, bravura, eleganza.
Già perché “il sarto” Enrico usa un filo naturale quanto forte, raro e prezioso; un filo la cui fibra é un mix di umiltà, gentilezza e passione. Sempre.
Ieri sera al Pala Igor la sua Novara ha sfilato da protagonista sulla passerella più importante ed ambita, quella della Champions League, conquistando un traguardo storico che diventa punto di partenza per un viaggio meraviglioso.
E lui, Enrico, Direttore, tifoso, “sarto” la sfilata di quell’elegante vestito da sera con coccarde tricolori, se l’é goduta con il solito sorriso, con la modestia, la gioia, l’orgoglio di chi sa quant’é bello e faticoso cucire con le proprie mani un abito d’alta moda.
Se l’é goduta con l’intelligenza, la determinazione e la passione di chi sa che, la mattina dopo, bisogna tornare a cucire nuovi capolavori, perché restare in passerella richiede dedizione e sacrifici anche al migliore dei sarti.