Club Italia in A1? Perfetto se…

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E’ ormai di dominio pubblico la notizia che, a prescindere dai risultati e dalla classifica finale del campionato cadetto in corso, nella prossima stagione, la squadra del progetto federale, il Club Italia femminile, disputerà il campionato di A1, promossa “d’ufficio” alla massima categoria.

Una bella notizia, almeno per chi, come me, crede che il confronto costante con formazioni allestite per competere e vincere ai massimi livelli nazionali e internazionali nonché “l’incontro-scontro” con campionesse di altissima caratura tecnica, possa non solo motivare le azzurrine a far sempre meglio ma altresì permetta loro di vivere quotidianamente le difficoltà, le ansie, le gioie e la bellezza del campionato più bello del Mondo (la A1).

La serie A2, in cui attualmente milita il sestetto azzurro è, lo dico da anni, per certi aspetti, un campionato più ostico, coriaceo e complesso di quello di A1. Trasferte impegnative derivanti da una geografia sportiva sempre più equilibrata e la presenza di cinque o sei formazioni che possono ambire meritatamente alla promozione diretta, hanno reso la competizione cadetta sempre più avvincente ed imprevedibile negli esiti.

Credo però, non me ne vogliano i club “privati”, che il progetto federale debba calcare, di diritto, i campi della massima serie. Certo, ad alcune semplici quanto fondamentali condizioni.

Anzitutto, lo scrivo ovviamente da “incompetente osservatore” e sulla base di “percezioni”, il progetto dovrebbe mantenere lo stile assunto quest’anno sotto la guida tecnica di coach Bellano: un po’ meno “scuola” dove conta imparare e un po’ più “scuola” dove conta pure prendere bei voti e restare promossi.

Un po’ meno sorrisi dopo una sconfitta  e un po’ più incazzatura sportiva. Per intenderci lo stile del “non siamo stato cazzute” di capitan Lubian.

Un po’ meno di ovatta e un po’ più di cerotti (ovviamente non quelli degli infortuni ma quelli figurati della “lotta” in campo). Una squadra che vuole imparare e vincere in egual misura, come hanno dimostrato di voler fare, almeno nella seconda parte di questo campionato, Pietrini e compagne.

A proposito, fondamentale ricordarlo, queste ragazzine che all’ombra del Centro Pavesi sembrano, ad un osservatore distratto, bimbe a cui insegnare il volley sono in realtà grintose campionesse. Lubian, Fahr, Pietrini, Morello, Enweonwu sono cinque delle sei titolari di quella Nazionale Under 18 che 8 mesi fa conquistò il Mondiale di categoria dopo l’argento europeo. Non dimentichiamolo.

Molto certo dipenderà da loro, dalle loro scelte future, dalle loro ambizioni, non da ultimo dalle esigenze e dalle pressioni di procuratori e team che ne detengono il cartellino (non tutte, ndr). Certo se i gioiellini azzurri in campo quest’anno dovessero lasciare il progetto federale, la promozione d’ufficio in A1, non avrebbe, sempre a mio “incompetente” parere, molto senso.

Se restassero invece…

(Foto Antonio De Salvo)


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