Non nel mio volley

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Che amaro risveglio.
Nell’anno in cui il volley italiano ha dominato in Europa e nel Mondo, aggiudicandosi sette degli otto trofei per club in palio, fra cui i due Mondiali, ecco che, a catturare la scena, i titoli e le pagine di prestigiose testate giornalistiche c’é qualcosa che con il volley, almeno con il mio volley, quello che ho vussuto e raccontato con passione per oltre vent’anni, ha davvero poco a che fare.

Caserta.
Sembra che improvvisamente il volley italiano sia solo Caserta. E mi piacerebbe molto fosse così, se si parlasse della Caserta sportiva, squadra di pallavolo neopromossa, composta da atlete e staff di alta caratura umana e professionale. E invece no.

Attenzioni, titoli, pagine, post riguardano le dichiarazioni, gli atteggiamenti, le reazioni di un uomo che, foss’altro per il ruolo, avrebbe dovuto difendere il patrimonio di valori del nostro sport e tutelare i professionisti che vi operano ma ha preferito “altro”.

Sul rispetto dei requisiti amministrativi della società, sui libri contabili e su tecnicismi di nuovi ingaggi, si esprimeranno, se riterranno opportuno,  gli organi competenti, deputati, non da oggi, a vigilare.

E poco importa, almeno a chi vi scrive, se la situazione verrà ritenuta sotto gli aspetti, tecnici e burocratici, regolare.

Il rispetto che é mancato, senza bisogno di organi terzi a sancirlo, é quello umano, essenza dello sport.

Senza timore di essere smentito, i gesti, i toni, lo stile epurativo del Presidente Turco non hanno nulla a che fare e sono, per nostra fortuna, distanti anni luce dalla mia, dalla nostra, concezione di volley.

Di certo, a Turco e al suo modo  di “fare” pallavolo, é stato fin qui dato troppa evidenza.

La pallavolo, quella che meriterebbe attenzioni, supporto, titoli e pagine é ben altra.
Le attenzioni e gli applausi andrebbero tributati ad imprenditori o professionisti di sport come Foppapedretti, Forte, Leonardi, Garbellotto solo per citarne alcuni che hanno scritto la storia recente del volley. Presidenti vincenti in campo e nella vita, senza bisogno di epurare o di ricorrere a toni esasperati.

Questo post, su questo blog amatoriale, sarà l’unico dedicato “all’affaire Caserta” e serve solo per ricordare, qualora ce lo fossimo dimenticati, che il nostro non é, e non deve diventare, lo sport delle epurazioni, dei toni estremi,  dei “giochetti” a discapito di serie professioniste e appassionati tifosi.

La pallavolo italiana non é quella che sta mostrando al mondo sportivo il Dott. Turco.

La pallavolo italiana, per fortuna, é ben altro.

 

Foto: Giovanna Giaquinto


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Una risposta a “Non nel mio volley”

  1. Penso, e spero, che fra qualche settimana non si sentirà più parlare di Caserta. Da un lato ovviamente dispiace perché avere una squadra del Sud in A1 è sempre motivo di grande soddisfazione per questo sport sempre troppo “sbilanciato” al Nord, dall’altro però non si possono sentire ed accettare certe esternazioni. La speranza è sempre quella che, anche qui, possa comparire un imprenditore degno dei nomi indicati nell’articolo, gente che mette al primo posto la passione per questo sport.

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