Lettera a Stella Nervini (e alla sua generazione)

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Cara Stella,

                         noi con i capelli brizzolati, adulti almeno per età, nel rapportarci alla tua generazione, siamo, sempre più spesso con afanno, alla ricerca di “azioni positive”  e comportamenti nobili che possano essere, per voi, esempio, stimolo e monito.

E siamo così intenti a cercare fra le grandi imprese di dotti anziani, da dimenticarci che basterebbe osservarvi meglio, forse con più umiltà e meno supponenza, per comprendere che l’esempio migliore siete, sempre più frequentemente, voi.

Ne ho avuto ennesima riconferma davanti all’immagine di quel podio Mondiale, che tu e le tue compagne avete conquistato, una manciata di ore fa, dall’altra parte del Mondo (Leon, Messico, ndr); in quell’istantanea che immortala un gruppo di ventenni, medaglia d’argento al collo, stringere e mostrare al Mondo, la maglia di un’amica, di una compagna di sport e di vita, che se n’è andata, troppo presto.

In quella maglia tenuta fra le braccia, c’è il sentimento più puro e sincero, c’è amicizia, lealtà, appartenenza al gruppo, desiderio di tener vivo il ricordo.

C’è, soprattutto, la vostra vittoria più bella, quella che senza nulla togliere al vostro strepitso argento, meriterà per sempre infiniti applausi e occhi lucidi.

Una vittoria che inizia fuori dal campo, quella di saper essere persone di valore e di valori; donne che sanno proseguire con tenacia e determinazione il loro cammino, anche dopo le peggiori delle sconfitte che la vita può riservare.

E questa, cara Stella, è  la vittoria che mi fa credere, con sempre maggiore convinzione, in un futuro migliore.

Grazie, con attetto e gratitudine.

Miky


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