Il triplice fischio del direttore di gara ha sancito, da pochi istanti, la fine del match (Prosecco Doc Imoco Conegliano vs. Savino Del Bene Scandicci, ndr).
I tifosi, con tutta la voce rimasta, scandiscono, urlandolo al cielo, il suo nome. Gli oltre cinquemila presenti applaudono, come volessero amplificare quel grido, mix di gratitudine, euforia, emozione. Lei va verso la curva, si ferma, alza gli occhi lucidi, china il capo, congiunge le mani e poi si batte un pugno sul cuore. Pose da osservare ed ammirare; gesti a cui non occorre aggiungere altro e che, nel loro silenzio, creano un frastuono emotivo che riecheggia e resta nel cuore.
Basterebbe questa manciata di istanti per descrivere Moki De Gennaro, il suo rapporto con l’Imoco Conegliano, con la sua tifoseria, con questa società, con questa maglia, quella con cui ha vinto, tutto.
Basterebbero quei passi in mezzo al campo, quell’andare con il sorriso e gli occhi lucidi verso la sua curva, a raccogliere, con umiltà, la gratitudine, l’ affetto e l’ amore che lei, la ragazzina con il numero 10 sulle spalle, ha saputo conquistare, alimentare, meritare ad ogni respiro, ad ogni azione, ad ogni trofeo alzato, da protagonista, al cielo.
Da oltre un decennio Moki De Gennario è indiscutibilmente il libero più forte del Mondo; da sempre atleta e donna di straordinaria umanità, sensibilità e carattere. Leader, idolo, icona. Dentro e fuori dal campo di taraflex.
Non solo. In un Mondo che sembra imporre cambiamenti repentini lei, la ragazzina di Piano di Sorrento, incanta, diverte e vince, da un decennio, con la stessa casacca, la sua seconda pelle.
Una maglia, quella numero 10, che lei indossa trovando, in ogni sfida, nuovi stimoli per migliorarsi, per emozionare, per tornare sotto quella curva che le dedica “oh mamma, innamorato son”.
Con la solarità della sua terra natia, lì, fra le colline del Prosecco.
Con il numero 10, sulla schiena, nella testa e nel cuore.
Foto: Flavio Pavanello per RM Sport